sabato 27 novembre 2021

Uno Scopo

"Aiuta e servi il tuo prossimo come l'ambiente nel quale vivi,

prenditi cura dello sconosciuto e del giardino,

non perché tu debba riscattarti dai tuoi peccati,

ma perché mosso dalla consapevolezza della sofferenza sai che

è tuo compito lasciare il mondo più bello di come lo hai trovato" (1)






il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Yama Kaeru, discorsi erranti, cap. 5

domenica 21 novembre 2021

il Dovere di Ragionare

Ragionare non è un dovere, né tantomeno lo è il conoscere. Al più questi sono doveri civili, ma certamente non naturali.


Considerando che nessuno ci ha chiesto di nascere in questo mondo, con queste forme, capacità e condizioni, di doveri non ne abbiamo, se non quello di rispettare la vita altrui, tanto simile alla nostra.

Il ragionare può però tornare utile, oltre che per la vita pubblica, anche per il nostro percorso in questa esistenza.

Se infatti, lo speculare condurrà probabilmente alla sofferenza in quanto si cerca a tutti i costi una ragione unificatrice in un mondo in parte incomprensibile e contraddittorio, il meditare sulla propria vita e sulla propria interiorità può invece condurre ad una maggior pace e consapevolezza.

Non sono tanto importanti le irragiungibili verità assolute, piuttosto lo è la concretezza della corporeità, la forza dei sentimenti e la bellezza degli ideali.



il Cercatore di Senso

domenica 10 ottobre 2021

Gesù e il Giovane Ricco

 
"Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?." 

Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. 

Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" [...]"


la frase evangelica sembra essere piuttosto chiara: nessun numero di opere, per quanto buone, può darci il diritto alla salvezza perché il male ci ha penetrato troppo a fondo.
Infatti, a ben pensarci, per quanto bene ci possiamo prodigare, dentro di noi rimane inevitabilmente qualche macchia che ci allontana dalla perfetta giustizia.

Ciò significa dunque che siamo tutti dannati? No, a retta di Gesù.

Se infatti le nostre opere non sono sufficienti, la Grazia divina lo è. Dio ci conosce e sa cosa alberga nella nostra profondità umana e di conseguenza sa i nostri limiti e le nostre potenzialità.

Ciò detto, viene da chiedersi su quali basi la Chiesa Cattolica si sia arrogata il diritto di poter rimettere i peccati per conto di Dio.
Confessioni, mea culpa collettivi e indulgenze plenarie: tutte formule con le quali l'intermediario sacerdotale prende le veci divine e sentenzia l'assoluzione dei peccati.

Non c'è bisogno di elaborare complesse eresie per rendersi conto che ciò è in palese conflitto con il passo evangelico del giovane ricco ed è pure difficile ipotizzare perché la C.C. si sia spinta tanto oltre.
Il motivo più lampante e scontato potrebbe trovarsi nel costante desiderio di sottomettere e assoggettare i fedeli, rendendoli dipendenti il più possibile alle forme e alle liturgie ecclesiastiche.
Ovviamente tale idea rimane una pura ipotesi, la quale risulterebbe però tremendamente infamante se dovesse rivelarsi fedele alla realtà.

Volendo andare oltre ai punti di vista delle singole confessioni cristiane, così da cercare un insegnamento valido per un qualunque cercatore di senso, un principio aderente al buon senso potrebbe essere il seguente:

cerca sempre la perfezione, perché pur non raggiungendola ti accorgerai di aver fatto passi avanti verso di essa.



il Cercatore di Senso

venerdì 8 ottobre 2021

Liberi di Volere

 

 "la libertà individuale non sta nello scegliere svincolati da tutto e da tutti, bensì nello scegliere non impediti da vincoli esterni.
In ciò la volontà esprime il vero essere" (1)






il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Yama Kaeru, discorsi erranti, cap. 5

martedì 7 settembre 2021

l'Errore Ancestrale

 La ricerca della verità assoluta è l'errore che affligge l'umanità da millenni.

Sulla base di questa chimera si sono combattute guerre, con la penna e la spada, senza che nessuno abbia ottenuto una vittoria definitiva.

Ciò non è tanto dovuto al fatto che la verità sia un concetto astratto, anzi proprio questa sua caratteristica è ciò che l'ha resa una preda tanto agognata dai filosofi di ogni tempo. Infatti, la logica riesce a dare il meglio di sé proprio quando analizza concetti generali, ossia estrapolati dalla realtà alla quale normalmente appartengono.
Il procedimento di astrazione dalle circostanze particolari permette quindi di semplificare, oggettivizzando la questione e rendendola pertanto capace di essere osservata e discussa in luoghi ed epoche diverse.

Se quindi la verità possiede le tipiche connotazioni di un argomento filosofico, da dove scaturisce questa sua irrangiugibilità? 

Essendo una meta inarrivabile, agisce come illusore e plagiatore di anime. Infatti, gli innumerevoli pensatori che si sono avvicendati lunga questa infinita china, sono stati di fatto irretiti ed ingannati da un verità gelosa e riservata, la quale mai ha mostrato il suo vero volto, perché se ciò fosse avvenuto, allora la filosofia avrebbe smesso di vivere rinnovata nel cuore delle nuove generazioni.

Bisogna poi considerare che per constatare l'insussistenza di una ricerca spasmodica della verità è necessario lasciare dietro di sé la propria ombra, in quanto il bagaglio di idee, preconcetti ed aspirazioni impedisce una distaccata e onesta disamina.

Se si riesce in tale spoliazione, si può forse riuscire ad intravedere le infinite sfaccettature di cui è composto il corpo della verità, le quali permettono un punto di vista sempre rinnovato, rendendo quindi di fatto inutile ogni dialettica che ha compiuto l'errore di prendersi troppo sul serio.

Se poi ci fosse qualcuno talmente minuzioso da aver investigato ogni aspetto della verità, questa giocherebbe il suo tranello definitivo instillando il dubbio nella mente dell'investigatore. Questi non è infatti che un uomo, ossia un essere che snoda la sua esistenza lungo un più o meno lungo percorso di lavoro e fatiche.
La verità, che tutto sa, conosce questa debolezza che pesa su tutti i viventi e decide pertanto di infliggere il colpo di grazia chiedendoci se davvero siamo sicuri della nostra logica, dei nostri pensieri e dei nostri ragionamenti.

La religione non spinge forse da secoli proprio sulle debolezze umane, compresa quella intellettiva? Pertanto come possiamo essere sicuri di non aver commesso errori nei nostri discorsi e nelle nostre conclusioni? A maggior ragione considerando che la ricerca della verità assoluta esige ogni attimo del meditatore, il quale deve però anche destreggiarsi tra le sue umane, troppo umane questioni.

Per evitare di rimanere intrappolato in questo eterno ciclo di sconfitte, l'unica soluzione che rimane all'uomo, ad ogni uomo che ha cuore la ricerca della verità, è quella di impegnarsi solo per cercare l'essenziale e l'utile per una vita etica e piacevole il più possibile.
In fondo, tale era l'obiettivo che animava i santi e i saggi del passato. Una deviazione da tale strada maestra, non può che adulterare quest'ultima, costituendo quindi nel migliore dei casi un innocuo sollazzo per le menti aristocratiche, mentre una pericolosa strada verso l'abisso nel peggiore.



il Cercatore di Senso

venerdì 3 settembre 2021

Sola Fide

Sola Fide è uno dei cinque Sola, ossia dei cinque valori essenziali che si pongono alla base di una qualunque chiesa di estrazione protestante.

Sola Fide è anche uno dei principi maggiormente contestati da altre confessioni cristiane. Infatti, ha senso credere che la salvezza possa essere raggiunta solo tramite la fede in Dio?
Ciò non è forse in contrasto con uno degli insegnamenti più ricorrenti di tutta la bibbia?


"A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?" (1)
 

Evidentemente tale critica è superficiale e decontestualizzata da quello che è il pensiero di fondo del "fondatore" del protestantesimo.
Lutero non voleva certo porre le fondamenta per una religione dell'apparenza (basta leggere il tenore delle sue celebri novantacinque tesi), bensì piuttosto contrastare l'apparente iniquità di alcune pratiche volte ad assolvere la coscienza individuale, solo o principalmente, sulla base di opere quali la ripetizione di litanie o il pagamento di lasciapassare per il paradiso (aka le indulgenze).

Secondariamente, Lutero aveva la volontà di affermare un principio teologico avente valenza sia politica che religiosa.
Ciò che infatti voleva sostenere è che le opere non possono sussistere autonomamente senza la Fede in Dio.

Quel che ne consegue è che una società giusta e orientata al bene comune non può sorreggersi se i membri di tale comunità non cercano in Dio la fonte del proprio agire.

È evidente come tale tesi mal si concili con il tentativo di cui ha bisogno il mondo moderno, globale e cosmopolita.
Infatti, tale principio applicato asfitticamente alla vita nel 21° secolo precluderebbe ogni tentativo di riconciliazione tra diversi credi e diverse fedi, andando peraltro a costituire una potenziale scintilla per l'esplosione di nuovi fanatismi di matrice religiosa.

Specularmente si muove invece la spiritualità nuova, la new age, nelle sue svariate definizioni ed accezioni.
Due famosi maestri orientali, il fondatore di Plum Village Thich Nhat Hanh e il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso, sostengono infatti una visione diametricalmente opposta: la religione si giustifica solo se la sua dottrina non pregiudica la tensione al bene comune, basata sulla pratica di una felicità individuale sostenibile e rispettosa delle diverse vedute metafisiche.


"la nuova via suggerita dal Dalai Lama è quella di congiungere la compassione (il principio spirituale da cui nascono gli altri valori interiori) alla ragione per dare origine ad un sistema di etica laica che, indipendentemente dalla fede o dalla sua assenza - informi le azioni di tutti, dalle persone comuni a chi ha compiti di responsabilità e governo" (2)


Non solo, tali esponenti religiosi si spingono oltre sostenendo che una religione che non affondi le radici nella compassione e nell'etica condivisa sia falsa e di conseguenza inutile, se non addirittura dannosa:


"Credo che gli esseri umani possano cavarsela benissimo anche senza religione, ma non senza valori interiori, non senza etica.
La differenza tra etica e religione è la stessa che c'è tra acqua e il tè. L'etica basata sui valori interiori è più simile all'acqua. Anche il tè che beviamo è fatto principalmente di acqua, ma contiene altri ingredienti - foglie di tè, spezie, forse un po' di zucchero e, almeno in Tibet, un pizzico di sale - questo lo rende più consistente, più duraturo, qualcosa che ci piace bere ogni giorno. Tuttavia, indipendentemente da come viene preparato, l'ingrediente principale del tè è pur sempre l'acqua. Possiamo vivere senza tè, ma non senza acqua. Allo stesso modo, siamo nati senza una religione, ma non senza il bisogno fondamentale di compassione...e di acqua." (3)


Volendo concludere questa breve e sicuramente incompleta riflessione sui problemi dell'etica contemporanea:


"Ovunque c'è lo Spirito Santo c'è comprensione, perdono e compassione." (4) 


Il monaco Thich Nhat Hanh, in linea con il modus operandi del Dalai Lama, si è sempre impegnato nell'indagare il cristianesimo dal suo personale punto di vista, cercandone i profondi insegnamenti che possono servire sia a persone di credi diversi sia a coloro che non ne hanno alcuno.
Straordinariamente, si trova ad esprimere un concetto, forse in maniera non pienamente consapevole, che si avvicina incredibilmente al concetto espresso dal sola Fide, andando così a testimoniare come una stessa frase può essere interpretata in molteplici maniere in base alle intenzioni del lettore.

Con tale affermazione Thich Nhat Hanh non vuole infatti che chiudere il cerchio di questa diatriba, andando a ribadire che non vi può essere religione senza etica.



il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Giacomo 2:14-26.
(2) Tenzin Gyatzo, dalla prefazione a "la felicità al di là della religione. Una nuova etica per il mondo".
(3) Tenzin Gyatzo, An appeal to the world: the way to peace in a time of division.
(4) Thich Nhat Hanh, Essere Pace.

mercoledì 1 settembre 2021

Epistème e Doxa

La filosofia, sempreché sia fondata sulla ragione, è sia metafisica che utopica.

Metafisica perché tendente ad una verità immutabile che non risente dell'agire di Cronos; utopica perché tale obiettivo è di fatto irrangiungibile.

Ciò che conta però è che il ricercatore filosofico è sempre pronto a mettersi in dubbio e a soffrire pur di tentare nell'intento irrealizzabile di raggiungere una verità salda sulla quale riposarsi.

Al contrario, il religioso non cerca necessariamente la verità, seppur spesso abusi di questo lessico, bensì la serenità della mente e in senso lato qualcosa di sufficientemente forte da custodirlo dalla paura di vivere senza avere alcuna direzione da seguire.

Così parlò Zarathustra:

"La sua saggezza si chiama: stare svegli, per dormire, bene.
E, in verità, se la vita non avesse senso e io dovessi scegliere un'assurdità, questa sarebbe anche per me la più preferibile delle assurdità.
Adesso capisco chiaramente che cosa un tempo si cercava innanzitutto, quando si andava in cerca di maestri della virtù.
Un buon sonno si cercava e, a questo fine, virtù oppiacee!" (1)


il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Friedrich Nietzsche, così parlò Zarathustra, cap. Delle Cattedre della Virtù.

lunedì 19 aprile 2021

Il Vento

 

"chi ti giudica per le apparenze è come il vento, 

soffia ma non colpisce perché leggero come l'aria" (1)

 



il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Yama Kaeru, discorsi erranti, cap. 3

lunedì 12 aprile 2021

Canto Notturno

 

 "la vita è la peggiore delle droghe: il suo abuso ti corrode, mentre l'astinenza ti uccide" (1)


Tutta la sofferenza dell'uomo deriva dalla difficoltà che deriva dal camminare su quel filo che è la vita.

Se ci si affretta troppo si rischia di cadere e di sfracellarsi al suolo, mentre procedendo troppo lentamente si rischia di venire sopraffatti dalla paura di precipitare.

è la peculiarità che contraddistingue quel paradosso che è la vita: 


fa male sia se troppa, sia se troppo poca.

Se da un lato infatti, una vita intensa ci logora con il suo annaspare, boccheggiare e lottare, dall'altro un'esistenza trascinata conduce all'apatia, che è l'anticamera della depressione.

la verità è che la via del piacere perfetto, quello derivante dalla consapevolezza dell'istante in cui si vive, è così elitaria da costituire una doppia eccezione: 

si concede solo ai pochi e solo in fugaci momenti. 

Esperire il Nirvana è come surfare: solo i pochi che si allenano duramente ce la fanno, sempre consci del pericolo di cadere da un momento all'altro.

In ciò vi è la radice della sofferenza, appesantita dal silenzio del mondo.

l'uomo infatti non può esimersi dal domandare alla luna il perché di tutto, ma questa non risponderà a parole, limitandosi invece a riflettere in un maestoso silenzio.




il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Yama Kaeru, discorsi erranti, cap. 1

lunedì 15 marzo 2021

La Strada

 

"La Strada, casa è alle spalle, il mondo avanti, le strade da seguire tante.

Nell'ombra il mio viaggio va, finché luce nel cielo sarà.

Nebbia e ombra, oscurità.

Tutto svanirà, tutto svanirà." (1)


La vita è fatta di scelte. No, la vita è fatta di innumerevoli tentativi e coraggiosi salti nel buio.




il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) canzone tratta da il film Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re.