venerdì 3 settembre 2021

Sola Fide

Sola Fide è uno dei cinque Sola, ossia dei cinque valori essenziali che si pongono alla base di una qualunque chiesa di estrazione protestante.

Sola Fide è anche uno dei principi maggiormente contestati da altre confessioni cristiane. Infatti, ha senso credere che la salvezza possa essere raggiunta solo tramite la fede in Dio?
Ciò non è forse in contrasto con uno degli insegnamenti più ricorrenti di tutta la bibbia?


"A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?" (1)
 

Evidentemente tale critica è superficiale e decontestualizzata da quello che è il pensiero di fondo del "fondatore" del protestantesimo.
Lutero non voleva certo porre le fondamenta per una religione dell'apparenza (basta leggere il tenore delle sue celebri novantacinque tesi), bensì piuttosto contrastare l'apparente iniquità di alcune pratiche volte ad assolvere la coscienza individuale, solo o principalmente, sulla base di opere quali la ripetizione di litanie o il pagamento di lasciapassare per il paradiso (aka le indulgenze).

Secondariamente, Lutero aveva la volontà di affermare un principio teologico avente valenza sia politica che religiosa.
Ciò che infatti voleva sostenere è che le opere non possono sussistere autonomamente senza la Fede in Dio.

Quel che ne consegue è che una società giusta e orientata al bene comune non può sorreggersi se i membri di tale comunità non cercano in Dio la fonte del proprio agire.

È evidente come tale tesi mal si concili con il tentativo di cui ha bisogno il mondo moderno, globale e cosmopolita.
Infatti, tale principio applicato asfitticamente alla vita nel 21° secolo precluderebbe ogni tentativo di riconciliazione tra diversi credi e diverse fedi, andando peraltro a costituire una potenziale scintilla per l'esplosione di nuovi fanatismi di matrice religiosa.

Specularmente si muove invece la spiritualità nuova, la new age, nelle sue svariate definizioni ed accezioni.
Due famosi maestri orientali, il fondatore di Plum Village Thich Nhat Hanh e il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso, sostengono infatti una visione diametricalmente opposta: la religione si giustifica solo se la sua dottrina non pregiudica la tensione al bene comune, basata sulla pratica di una felicità individuale sostenibile e rispettosa delle diverse vedute metafisiche.


"la nuova via suggerita dal Dalai Lama è quella di congiungere la compassione (il principio spirituale da cui nascono gli altri valori interiori) alla ragione per dare origine ad un sistema di etica laica che, indipendentemente dalla fede o dalla sua assenza - informi le azioni di tutti, dalle persone comuni a chi ha compiti di responsabilità e governo" (2)


Non solo, tali esponenti religiosi si spingono oltre sostenendo che una religione che non affondi le radici nella compassione e nell'etica condivisa sia falsa e di conseguenza inutile, se non addirittura dannosa:


"Credo che gli esseri umani possano cavarsela benissimo anche senza religione, ma non senza valori interiori, non senza etica.
La differenza tra etica e religione è la stessa che c'è tra acqua e il tè. L'etica basata sui valori interiori è più simile all'acqua. Anche il tè che beviamo è fatto principalmente di acqua, ma contiene altri ingredienti - foglie di tè, spezie, forse un po' di zucchero e, almeno in Tibet, un pizzico di sale - questo lo rende più consistente, più duraturo, qualcosa che ci piace bere ogni giorno. Tuttavia, indipendentemente da come viene preparato, l'ingrediente principale del tè è pur sempre l'acqua. Possiamo vivere senza tè, ma non senza acqua. Allo stesso modo, siamo nati senza una religione, ma non senza il bisogno fondamentale di compassione...e di acqua." (3)


Volendo concludere questa breve e sicuramente incompleta riflessione sui problemi dell'etica contemporanea:


"Ovunque c'è lo Spirito Santo c'è comprensione, perdono e compassione." (4) 


Il monaco Thich Nhat Hanh, in linea con il modus operandi del Dalai Lama, si è sempre impegnato nell'indagare il cristianesimo dal suo personale punto di vista, cercandone i profondi insegnamenti che possono servire sia a persone di credi diversi sia a coloro che non ne hanno alcuno.
Straordinariamente, si trova ad esprimere un concetto, forse in maniera non pienamente consapevole, che si avvicina incredibilmente al concetto espresso dal sola Fide, andando così a testimoniare come una stessa frase può essere interpretata in molteplici maniere in base alle intenzioni del lettore.

Con tale affermazione Thich Nhat Hanh non vuole infatti che chiudere il cerchio di questa diatriba, andando a ribadire che non vi può essere religione senza etica.



il Cercatore di Senso

riferimenti:
(1) Giacomo 2:14-26.
(2) Tenzin Gyatzo, dalla prefazione a "la felicità al di là della religione. Una nuova etica per il mondo".
(3) Tenzin Gyatzo, An appeal to the world: the way to peace in a time of division.
(4) Thich Nhat Hanh, Essere Pace.

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