La riflessione che segue è la lettera (e-mail ad essere precisi) che ho personalmente inviato a diversi istituti teologici e monasteri Cristiani con l'obiettivo di costruire un dialogo basato sulla Ragione, potenzialmente interessante per entrambe le parti.
Premessa: non sono un teologo, né prete, né diacono, né rappresentante di alcuna confessione religiosa, politica, etc. Scrivo semplicemente per interesse e ricerca personale. Essendo che viviamo in uno Stato laico e democratico mi piacerebbe avere un semplice confronto o un punto di vista sulla riflessione che scrivo di seguito ma chiedo di evitare di rispondermi facendo semplicemente appello al principio di autorità, per esempio:
“l’ha detto la Chiesa”
“l’ha detto il Papa”
“l’ha detto il Teologo”
Ovviamente non sto dicendo che non si possa citare
un’affermazione detta da un Papa o da un teologo, semplicemente che non la si
usi come argomento logico. In altre parole: non è vero solo perché lo dice il
Papa ma magari il Papa ha detto qualcosa di interessante in merito e che quindi
vale la pena di essere riportato.
Chiedo anche di evitare i cortocircuiti logici del tipo “è vero perché lo dice la Bibbia”. Anche in questo caso, non chiedo ovviamente di non citare la Bibbia, ma di non usarla come argomento per determinare se un ragionamento è valido o no. Io nella mia riflessione cito la Bibbia ma non la uso come criterio assoluto di verità. Pertanto, è inutile rispondermi con considerazioni del tipo “la Fede permette di oltrepassare la Ragione”, “Mistero della Fede”, etc. Il motivo per cui chiedo di evitare questo tipo di ragionamenti è che li conosco e so benissimo che possono essere sempre utilizzati per chiudere qualunque dibattito ma come detto, l’obiettivo è proprio una riflessione libera e che non deve per forza portare ad una conversione o ad un’affermazione assoluta di verità. È pertanto ammesso dire “non so”, “non ci ho mai ragionato”, “mah, potrebbe essere ma io credo alla Chiesa/Bibbia, etc.”. Ripeto: il mio obiettivo non è né convertire né de-convertire. Prendetemi semplicemente come un alieno che appena arrivato sulla terra legge la Bibbia e si fa delle domande.
Dal punto di vista biblico mi baso soprattutto su queste quattro parabole:
· Parabola dell’offerta della vedova;
· “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me..”.
Matteo
24,42-51
42 Vegliate dunque, perché non
sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo
considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il
ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò
anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo
verrà.
45 Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone
ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo
dovuto? 46 Beato quel servo che il padrone al suo ritorno
troverà ad agire così! 47 In verità vi dico: gli affiderà
l'amministrazione di tutti i suoi beni. 48 Ma se questo
servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, 49 e
cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli
ubriaconi, 50 arriverà il padrone quando il servo non se
l'aspetta e nell'ora che non sa, 51 lo punirà con rigore e gli
infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e
stridore di denti.
Luca
12,35-48
35 Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne
accese; 36 siate simili a coloro che aspettano il padrone
quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37 Beati
quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi
dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a
servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima
dell'alba, li troverà così, beati loro! 39 Sappiate bene
questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si
lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti,
perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o
anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Qual è dunque
l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua
servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43 Beato
quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44 In
verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma
se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a
percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il
padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora
che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47 Il
servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo
la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che,
non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A
chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà
richiesto molto di più.
Matteo
25:14-30
14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per
un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A
uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo
la sua capacità; e partì. 16 Subito, colui che aveva ricevuto
i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 17 Allo
stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 18 Ma
colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca in terra e vi nascose il
denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo, il padrone di
quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva
ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo:
"Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ho guadagnato altri cinque
talenti". 21 Il suo padrone gli disse: "Va bene,
servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte
cose; entra nella gioia del tuo Signore". 22 Poi, si
presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti
due talenti; ecco, ho guadagnato altri due talenti". 23 Il
suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in
poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo
Signore". 24 Poi si avvicinò anche quello che aveva
ricevuto un talento solo e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo
duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 ho
avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il
tuo". 26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio
e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non
ho sparso; 27 dovevi dunque portare il mio denaro dai
banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 28 Toglietegli
dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché
a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto
anche quello che ha. 30 E quel servo inutile, gettatelo nelle
tenebre di fuori. Lì ci sarà pianto e stridor di denti".
Marco 12,38-44
38 Diceva loro mentre insegnava:
«Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere
saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e
i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove
e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
41 E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla
gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma
venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. 43 Allora,
chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha
gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti
hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo
tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Matteo 25,31-46
31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con
tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E
saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli
altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà
le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora
il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del
mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete
ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i
giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando
ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo
vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e
siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In
verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi
miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a
quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato
da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non
mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi
allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato
o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma
egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose
a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E
se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
È evidente che di temi qui se ne potrebbero sollevare tanti
ma in realtà ciò che mi chiedo è molto semplice: perché la Chiesa Cattolica e
Lutero si sono scontrati nel determinare se la salvezza sia nella sola Fede (Sola Fide) o nella Fede più le Opere? Da bambino e poi da adolescente, senza
sapere nulla di teologia, credevo invece intuitivamente in una terzia via,
ossia che ci si salvi solo (o principalmente) grazie alle opere.
Chiariamo subito un aspetto, evidentemente non voglio dire
che sia da premiare chi fa il bene solo per paura della pena eterna o
specularmente solo per il premio eterno. Non sto nemmeno a commentare chi si
pavoneggia di fare del bene senza nemmeno farlo in realtà oppure facendolo solo
per secondi fini (gli Scribi per intenderci). Mi riferisco al semplice fare del
bene perché si sa (o si sente, e qui potremmo aprire il dibattito filosofico)
che è la cosa giusta da fare. Ci si comporta quindi in conformità ai propri
valori, i quali si ritiene possano darci un senso nel mondo.
Una seconda importante controargomentazione potrebbe essere
quella del teologo che obietta che non è possibile aderire ai valori cristiani (o
ad alcuni di essi) senza credere, perché altrimenti ci sarebbe incoerenza. Questo
può essere parzialmente vero ma la Chiesa sbaglia clamorosamente se pensa di
poter avere l’esclusiva sui principi etici. Infatti, chi si sente attratto
dagli insegnamenti di Gesù, spesso trova illuminanti le sue massime più celebri.
Questo avviene perché l’idea sottostante è già lì presente e quindi si apprezza
Gesù perché parla in una maniera che ci risuona bene. Se non avessimo alcun
valor etico, allora dovremmo prima credere che Gesù è Dio e in quanto Dio può
decidere ciò che è bene e ciò che è male e di conseguenza noi aderiremmo ai
suoi principi morali[1]
non perché li riterremmo giusti, bensì semplicemente perché faremmo ciò che il
grande capo ci dice di fare. Capisco che questa questione sia complessa e non
si esaurisca in queste poche righe, ma negare la considerazione di base che la
dottrina venga dopo l’aspetto emotivo e la fede impulsiva pare davvero
indifendibile, anche solo su una base biblica. Nei testi sacri, sono infatti
riportati molti racconti in cui persone comuni si convertono perché “rapiti”
dalla Fede o comunque perché affascinati dalla figura di Gesù. Non è infatti
comune trovare passi biblici che testimoniano riflessioni intellettuali o
addirittura filosofiche che portano a riconoscere la giustezza di Gesù.
Continuando con la mia tesi della prevalenza delle Opere
sulla Fede, penso sia opportuno notare che in fondo ai bambini si insegna
qualcosa di simile, del tipo: “il paradiso è per chi vuole bene agli altri e fa
delle buone azioni”. Vero che si dice anche che “bisogna voler bene a Gesù” ma
dubito che un prete si azzardi nel proseguire affermando che “bambino, se non
credi in Gesù, nella Chiesa e nei suoi dogmi andrai all’inferno”. Allora,
perché crescendo e diventando adulti la questione cambia così tanto?
Leggendo in maniera semplice e diretta le parabole sopra
citate (d’altronde sono metafore per l’appunto, quindi una lettura trasparente
e alla portata di tutti è un approccio più che ragionevole) possiamo trarre le
seguenti conclusioni:
L’importante nella vita è ciò che facciamo con sincerità: le parole vuote e l’ostentazione
vanagloriosa ed egoistica non contano.
Bisogna fare rispetto alle proprie capacità: la parabola dell’offerta e
dei talenti sono particolarmente chiare in questo: non è più buono chi fa di
più in termini assoluti ma chi si spende o si sacrifica per gli altri. La vedova
infatti dà un solo nichelino che però rappresenta tutto per lei.
L’importante sono le buone azioni concrete e non il credere
come sforzo intellettuale: questo è il punto della questione per me: porre il credere in Dio come
spartiacque per il paradiso è una dottrina inutilmente estrema, perché
provoca a cascata tutta la serie di interminabili discussioni e opinioni per
cui uno si può definire credente o meno, Cattolico o Protestante e che però non
portano al vero punto del discorso. Infatti, guardando alle parabole sopra
citate, Gesù non punta il dito contro quei servi che non sono certi se il
padrone prima o poi passerà o se sì, quando lo farà, bensì si scaglia contro
chi non ha fatto la volontà del padrone. In altre parole, il focus non è in
alcun modo sulle previsioni o sulle supposizioni fatte dai servi ma sulle loro
azioni concrete, che fuor di metafora potrebbe essere un pragmatico “come hai
vissuto la tua vita?”.
Affermare questo è anche particolarmente coerente con la
fondamentale dottrina cristiana[2]
del libero arbitrio. Se infatti può essere ragionevole affermare, seppur
un po’ semplicisticamente, che chi ha scelto di vivere una vita egoistica perseguendo
il male non abbia diritto al paradiso, lo è molto meno sostenere che un
Protestante non ne sia degno semplicemente perché crede a dogmi o concezioni
diverse riguardo a Dio. Difatti, in quest’ultimo caso risulta quasi sempre
necessario citare i passi della Bibbia in cui lo si sosterrebbe. Si citano le
Sacre Scritture proprio per dare valore ad un’affermazione che se fosse basata
sulla pura ragione parrebbe molto discutibile e difficile da difendere.
A tal proposito, è opportuno notare che in Luca 12-46,
Gesù parla di Infedeli ma non nel senso religioso del termine, bensì
rispetto alla figura del padrone. Ossia, è infedele quel servo che si è
comportato male nonostante il padrone gli avesse dato fiducia: il servo, invece
che fare il suo dovere, ha pensato di poter gozzovigliare alle spese del
padrone, approfittando del “non sentire il fiato sul collo”.
Arrivati a questo punto, so bene che l’apologeta che vuole
smentire la mia tesi può imitarsi a citare Giovanni 20:24-29 “beati
quelli che crederanno senza aver visto” per affermare con forza che la Fede
nella resurrezione sia necessaria per essere salvati[3]
ma ciò non mi basta per convincermi razionalmente della sensatezza di questa
dottrina. Mi chiedo poi che merito ci sia nel fedele che magari non è convinto
di questo ma che per paura crede nonostante tutto.
Chiudo con la celebre frase del cardinal Martini: “Credenti o non credenti, l’importante è che siate pensanti”.
[1] In
questa riflessione, uso i termini morale ed etica come perfetti
sinonimi.
[2] So che
non tutte le confessioni lo credono, ad esempio i Calvinisti, ma qui lo
manterrò come fondamento.
[3]
Anche se varrebbe la pena far notare che è una massima contenuta nel solo
Vangelo di Giovanni, il quale è il più tardo e differente dagli altri, anche a
causa del suo carattere gnostico che guarda caso pone tantissimo l’attenzione
sulla Verità e sui discorsi dottrinali.
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