lunedì 15 settembre 2025

Per Opere, non per Fede. Considerazioni contro la dottrina escatologica Cattolica e Protestante

La riflessione che segue è la lettera (e-mail ad essere precisi) che ho personalmente inviato a diversi istituti teologici e monasteri Cristiani con l'obiettivo di costruire un dialogo basato sulla Ragione, potenzialmente interessante per entrambe le parti.

Premessa: non sono un teologo, né prete, né diacono, né rappresentante di alcuna confessione religiosa, politica, etc. Scrivo semplicemente per interesse e ricerca personale. Essendo che viviamo in uno Stato laico e democratico mi piacerebbe avere un semplice confronto o un punto di vista sulla riflessione che scrivo di seguito ma chiedo di evitare di rispondermi facendo semplicemente appello al principio di autorità, per esempio:

“l’ha detto la Chiesa”

“l’ha detto il Papa”

“l’ha detto il Teologo”

Ovviamente non sto dicendo che non si possa citare un’affermazione detta da un Papa o da un teologo, semplicemente che non la si usi come argomento logico. In altre parole: non è vero solo perché lo dice il Papa ma magari il Papa ha detto qualcosa di interessante in merito e che quindi vale la pena di essere riportato.

Chiedo anche di evitare i cortocircuiti logici del tipo “è vero perché lo dice la Bibbia”. Anche in questo caso, non chiedo ovviamente di non citare la Bibbia, ma di non usarla come argomento per determinare se un ragionamento è valido o no. Io nella mia riflessione cito la Bibbia ma non la uso come criterio assoluto di verità. Pertanto, è inutile rispondermi con considerazioni del tipo “la Fede permette di oltrepassare la Ragione”, “Mistero della Fede”, etc. Il motivo per cui chiedo di evitare questo tipo di ragionamenti è che li conosco e so benissimo che possono essere sempre utilizzati per chiudere qualunque dibattito ma come detto, l’obiettivo è proprio una riflessione libera e che non deve per forza portare ad una conversione o ad un’affermazione assoluta di verità. È pertanto ammesso dire “non so”, “non ci ho mai ragionato”, “mah, potrebbe essere ma io credo alla Chiesa/Bibbia, etc.”. Ripeto: il mio obiettivo non è né convertire né de-convertire. Prendetemi semplicemente come un alieno  che appena arrivato sulla terra legge la Bibbia e si fa delle domande.

Dal punto di vista biblico mi baso soprattutto su queste quattro parabole:

·       Parabola del servo fedele;

·       Parabola dei talenti;

·       Parabola dell’offerta della vedova;

·       “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me..”.

 

Matteo 24,42-51

42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.

45 Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? 46 Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! 47 In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. 48 Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, 49 e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, 50 arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, 51 lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.

 

Luca 12,35-48

35 Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36 siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37 Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! 39 Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44 In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

 

Matteo 25:14-30

14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ho guadagnato altri cinque talenti". 21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ho guadagnato altri due talenti". 23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 30 E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì ci sarà pianto e stridor di denti".

 

Marco 12,38-44

38 Diceva loro mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».

41 E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. 43 Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

 

Matteo 25,31-46

31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

È evidente che di temi qui se ne potrebbero sollevare tanti ma in realtà ciò che mi chiedo è molto semplice: perché la Chiesa Cattolica e Lutero si sono scontrati nel determinare se la salvezza sia nella sola Fede (Sola Fide) o nella Fede più le Opere? Da bambino e poi da adolescente, senza sapere nulla di teologia, credevo invece intuitivamente in una terzia via, ossia che ci si salvi solo (o principalmente) grazie alle opere.

Chiariamo subito un aspetto, evidentemente non voglio dire che sia da premiare chi fa il bene solo per paura della pena eterna o specularmente solo per il premio eterno. Non sto nemmeno a commentare chi si pavoneggia di fare del bene senza nemmeno farlo in realtà oppure facendolo solo per secondi fini (gli Scribi per intenderci). Mi riferisco al semplice fare del bene perché si sa (o si sente, e qui potremmo aprire il dibattito filosofico) che è la cosa giusta da fare. Ci si comporta quindi in conformità ai propri valori, i quali si ritiene possano darci un senso nel mondo.

Una seconda importante controargomentazione potrebbe essere quella del teologo che obietta che non è possibile aderire ai valori cristiani (o ad alcuni di essi) senza credere, perché altrimenti ci sarebbe incoerenza. Questo può essere parzialmente vero ma la Chiesa sbaglia clamorosamente se pensa di poter avere l’esclusiva sui principi etici. Infatti, chi si sente attratto dagli insegnamenti di Gesù, spesso trova illuminanti le sue massime più celebri. Questo avviene perché l’idea sottostante è già lì presente e quindi si apprezza Gesù perché parla in una maniera che ci risuona bene. Se non avessimo alcun valor etico, allora dovremmo prima credere che Gesù è Dio e in quanto Dio può decidere ciò che è bene e ciò che è male e di conseguenza noi aderiremmo ai suoi principi morali[1] non perché li riterremmo giusti, bensì semplicemente perché faremmo ciò che il grande capo ci dice di fare. Capisco che questa questione sia complessa e non si esaurisca in queste poche righe, ma negare la considerazione di base che la dottrina venga dopo l’aspetto emotivo e la fede impulsiva pare davvero indifendibile, anche solo su una base biblica. Nei testi sacri, sono infatti riportati molti racconti in cui persone comuni si convertono perché “rapiti” dalla Fede o comunque perché affascinati dalla figura di Gesù. Non è infatti comune trovare passi biblici che testimoniano riflessioni intellettuali o addirittura filosofiche che portano a riconoscere la giustezza di Gesù.

Continuando con la mia tesi della prevalenza delle Opere sulla Fede, penso sia opportuno notare che in fondo ai bambini si insegna qualcosa di simile, del tipo: “il paradiso è per chi vuole bene agli altri e fa delle buone azioni”. Vero che si dice anche che “bisogna voler bene a Gesù” ma dubito che un prete si azzardi nel proseguire affermando che “bambino, se non credi in Gesù, nella Chiesa e nei suoi dogmi andrai all’inferno”. Allora, perché crescendo e diventando adulti la questione cambia così tanto?

Leggendo in maniera semplice e diretta le parabole sopra citate (d’altronde sono metafore per l’appunto, quindi una lettura trasparente e alla portata di tutti è un approccio più che ragionevole) possiamo trarre le seguenti conclusioni:

L’importante nella vita è ciò che facciamo con sincerità: le parole vuote e l’ostentazione vanagloriosa ed egoistica non contano.

Bisogna fare rispetto alle proprie capacità: la parabola dell’offerta e dei talenti sono particolarmente chiare in questo: non è più buono chi fa di più in termini assoluti ma chi si spende o si sacrifica per gli altri. La vedova infatti dà un solo nichelino che però rappresenta tutto per lei.

L’importante sono le buone azioni concrete e non il credere come sforzo intellettuale: questo è il punto della questione per me: porre il credere in Dio come spartiacque per il paradiso è una dottrina inutilmente estrema, perché provoca a cascata tutta la serie di interminabili discussioni e opinioni per cui uno si può definire credente o meno, Cattolico o Protestante e che però non portano al vero punto del discorso. Infatti, guardando alle parabole sopra citate, Gesù non punta il dito contro quei servi che non sono certi se il padrone prima o poi passerà o se sì, quando lo farà, bensì si scaglia contro chi non ha fatto la volontà del padrone. In altre parole, il focus non è in alcun modo sulle previsioni o sulle supposizioni fatte dai servi ma sulle loro azioni concrete, che fuor di metafora potrebbe essere un pragmatico “come hai vissuto la tua vita?”.

Affermare questo è anche particolarmente coerente con la fondamentale dottrina cristiana[2] del libero arbitrio. Se infatti può essere ragionevole affermare, seppur un po’ semplicisticamente, che chi ha scelto di vivere una vita egoistica perseguendo il male non abbia diritto al paradiso, lo è molto meno sostenere che un Protestante non ne sia degno semplicemente perché crede a dogmi o concezioni diverse riguardo a Dio. Difatti, in quest’ultimo caso risulta quasi sempre necessario citare i passi della Bibbia in cui lo si sosterrebbe. Si citano le Sacre Scritture proprio per dare valore ad un’affermazione che se fosse basata sulla pura ragione parrebbe molto discutibile e difficile da difendere.

A tal proposito, è opportuno notare che in Luca 12-46, Gesù parla di Infedeli ma non nel senso religioso del termine, bensì rispetto alla figura del padrone. Ossia, è infedele quel servo che si è comportato male nonostante il padrone gli avesse dato fiducia: il servo, invece che fare il suo dovere, ha pensato di poter gozzovigliare alle spese del padrone, approfittando del “non sentire il fiato sul collo”.

Arrivati a questo punto, so bene che l’apologeta che vuole smentire la mia tesi può imitarsi a citare Giovanni 20:24-29 “beati quelli che crederanno senza aver visto” per affermare con forza che la Fede nella resurrezione sia necessaria per essere salvati[3] ma ciò non mi basta per convincermi razionalmente della sensatezza di questa dottrina. Mi chiedo poi che merito ci sia nel fedele che magari non è convinto di questo ma che per paura crede nonostante tutto.

Chiudo con la celebre frase del cardinal Martini: “Credenti o non credenti, l’importante è che siate pensanti”.


Il Cercatore di Senso


[1] In questa riflessione, uso i termini morale ed etica come perfetti sinonimi.

[2] So che non tutte le confessioni lo credono, ad esempio i Calvinisti, ma qui lo manterrò come fondamento.

[3] Anche se varrebbe la pena far notare che è una massima contenuta nel solo Vangelo di Giovanni, il quale è il più tardo e differente dagli altri, anche a causa del suo carattere gnostico che guarda caso pone tantissimo l’attenzione sulla Verità e sui discorsi dottrinali.

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