sabato 1 novembre 2025

Verità vs Opinione: la sfida continua

Sotto un certo punto di vista, la società odierna è simile a quella del tempo in cui viveva Socrate. È infatti evidente lo strapotere della Doxa, ossia l’opinione, nei confronti dell’Episteme, alias la scienza.

Non ho intenzione di fare ora una disamina di questi concetti, limitandomi ad invitare un approfondimento in autonomia (è da più di 2000 anni che la filosofia vive di questi discorsi). Varrebbe sicuramente la pena di domandarsi come definire la scienza al giorno d’oggi, considerando che ai tempi in cui scriveva Platone la verità oggettiva e indiscutibile era considerata l’obiettivo massimo della filosofia. Al contrario, la moderna scienza sperimentale si poggia sul principio di falsificabilità, ossia su verità che si espongono alla possibilità di venire smentite da esperimenti od osservazioni che potrebbero dimostrarle false. Questo è necessario per distinguere le teorie controllabili da quelle non controllabili, come la metafisica.

Dopo questa premessa e venendo a discorsi più concreti, nella maggior parte dei dibattici pubblici di oggi (dai talk show alle discussioni sui social media) più che prevalere il metodo razionale, si ha quello che chiamerei “fazionismo” ossia la volontà di avere l’ultima parola a tutti i costi, andandosi costantemente ad identificarsi con una squadra o una fazione. Questo è vero parlando di praticamente qualsiasi argomento: da quelli più futili fino ad arrivare alla politica e la religione. La prova più convincente di questo fenomeno è che i fatti sono posti sullo stesso piano delle speculazioni su di essi. Per avere sempre la meglio è quindi sufficiente limitarsi a trovare l’interpretazione che più piace: è ininfluente se poggi su basi razionali o se sia chiaramente falsata da bias o da più semplice malafede.

Arrivati a questo punto potrebbe sorgere lo sconforto per chiunque cerchi la verità con passione, metodo e onestà intellettuale ma non tutto è perduto. Seppur non esista una via semplice per invertire o arginare questa tendenza, è possibile tenere a mente la debolezza intrinseca al sofismo stesso: l’incoerenza. Questa è infatti la differenza netta tra chi cerca la verità a partire da un’onesta indagine razionale e chi invece usa l’intelligenza per rafforzare le proprie idee preconcette.


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Infatti, chi ha compreso e utilizza la ragione in maniera onesta, arrivando alla verità che ne consegue, qualunque essa sia, manterrà la coerenza argomentativa. Questo significa che sarà attento a non cadere nelle fallacie logiche e di conseguenza approccerà ogni questione con il medesimo sguardo, senza applicare pesi e misure diverse in base al fatto che convenga o meno.

Al contrario, l’apologeta (chi difende a spada tratta la propria convinzione) o il sofista che dir si voglia per cercare di rendere forte il discorso debole cercherà tutti gli appigli possibili, sfruttando senza particolari remore la retorica pur di arrivare dove desidera. Questo modo di agire, seppure nel breve termine possa essere vincente dato il suo potere persuasivo, a lungo andare non può che tradirsi da solo, disseminando qua e là prove dell’utilizzo di due pesi e due misure. Infatti, è una conseguenza inevitabile del volerla aver vinta a tutti i costi. Per esempio, in un caso il sofista potrebbe ricorrere all’attacco personale così da screditare la controparte, mentre in un altro potrebbe difendersi da chi fa lo stesso con lui adducendo che prenderserla con la persona invece che con l’argomento (fallacia ad hominem) non sia un modo corretto di argomentare. Ecco quindi che si palesa l’inconsistenza e la malafede.

Purtroppo, in molti casi non è sufficiente far notare questi passi falsi commessi dal sofista perché la verità abbia la meglio. Infatti, in una società in cui impera l’opinione è alta la probabilità di venire sommersi da una montagna di merda intellettuale (fallacia Gish gallop) che può far desistere da ulteriori controargomentazioni. In poche parole, puoi anche essere nel giusto ma se l’interlocutore è una massa di scimpanzè che rispondono a versi ai tuoi argomenti è difficile che la tua voce possa essere recepita in una maniera positiva.

In ogni caso non bisogna mai demordere, perché allenarsi nel riconoscimento delle fallacie logiche è comunque il metodo migliorare per avere la coscienza intellettuale pulita.

 

Il Cercatore di Senso